Tomatis: «Voglio le semifinali con il Ticino e una medaglia con la Svizzera»

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15.02

In attesa di Gara 3, in programma domenica 19 a Sarnen (ore 17.00),  abbiamo fatto due chiacchiere con Luca Tomatis. L’allenatore del TIUH ci ha portati nella sua vita privata, sempre a stretto contatto con lo sport. Ma non solo: è stata anche l’occasione per discutere dei suoi obiettivi e del futuro dell’unihockey in Ticino.

 

Chi è Luca Tomatis e cosa fai nella vita?

«Nella vita faccio di tutto. Sono un dipendente dello stato e ho attualmente tre lavori. Innanzitutto, sono responsabile dei docenti di educazione fisica delle Scuole Professionali. Poi, alleno alla scuola sportivi d’élite per i ragazzi che in settimana non possono allenarsi con la propria federazione o club, e ciò mi occupa due mattine. Infine, sono docente dello sport, sempre alla Scuola Sportivi di Tenero».

 

E la tua passione per l’unihockey quando è nata?

«Ai tempi del liceo, inizio anni Novanta. Insieme ai miei compagni di classe, ho fondato una squadra: il Verbano-Locarno. Poi negli anni, attraverso alcune fusioni, è diventato Verbano-Gordola. Ho, di fatto, fondato la squadra con cui ora disputiamo i derby in LNB. Lì ho giocato tanto, prima di passare al Bellinzona Unihockey. Ma ho iniziato abbastanza presto ad allenare perché non c’era nessuno. È cominciata anche piuttosto presto la mia carriera internazionale. Ho disputato quattro mondiali con l’Italia, e adesso 3 mondiali con la U19 Svizzera, senza dimenticare anche qualche mondiale con la U17 Svizzera. A livello internazionale sono a oltre cento partite. A maggio sarò ancora con la U19 rossocrociata per i mondiali».

 

Come sei diventato invece allenatore del Ticino Unihockey?

«Sai che non so nemmeno dirti quanti anni sono? (Ride, ndr). Sono subentrato in una stagione in cui erano in difficoltà a Natale, e da lì sono rimasto. Adesso saranno già otto o nove anni che alleno qui. Sempre facendo qualche passo avanti, ma anche con difficoltà che aumentano. Attualmente mi trovo bene su questa panchina, tutto quadra: lavoro, sport, famiglia».

 

Qual è il ruolo del settore giovanile?

«Quest’anno abbiamo avuto alcuni giocatori giovani che sono esplosi. Bazzuri è una scommessa vinta, ha preso sempre più minuti. Ciapini ha sedici anni, e ha fatto anche alcuni gol. I margini di miglioramento sono ampi. Gropengiesser viene dal Verbano e ha giocato praticamente sempre nelle prime due linee. Ma anche altri che non ho citato: abbiamo tanti giovani che inseriamo continuamente in prima squadra. Cerchiamo di dare spazio ai ragazzi per formarli e far accumulare loro esperienza, talvolta lasciando più tempo in panchina gli stranieri, anche a discapito del risultato finale. Sappiamo che ogni anno perdiamo giocatori che vanno oltre Gottardo a studiare oppure, novità degli ultimi anni, perché sono troppo bravi e vengono ingaggiati dalle squadre di LNA. Magari anche stavolta a fine stagione perderemo qualcuno purtroppo. Questo comporta che, per mantenere il livello, ogni anno dobbiamo “rubare” qualche giocatore alla U21. La realtà è che il Ticino al momento non potrebbe permettersi due squadre in LNB: manca un numero sufficiente di giocatori. A lungo termine, una fusione potrebbe essere necessaria, anche per contrastare il livello di alcune realtà della Svizzera Interna che sempre più si stanno sviluppando. Il potenziale tecnico per fare qualcosa di grande ci sarebbe. A dividerci i giocatori non facciamo un favore a nessuno, se non al pubblico che viene a vedere i derby. Sarebbe bello riuscire a lavorare insieme per crescere di più».

 

Quali sono i tuoi obiettivi nell’unihockey per il futuro?

«Sono diviso tra Ticino Unihockey e Nazionale. Per il TIUH, a corto termine vorrei passare il primo turno dei playoff. Penso che abbiamo i mezzi per farcela. A lungo termine, spero che il Canton Ticino pensi al futuro dell’unihockey. Con la Nazionale, invece, a maggio ai mondiali U19 vorrei portare a casa una medaglia».

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